Quando si procede all’estrazione dei dati da un dispositivo di archiviazione o da una memoria con qualche problema, gli interventi possono essere differenti a seconda del device con cui si ha a che fare, oltre che in base al motivo del guasto o del cattivo funzionamento. Per esempio, in mancanza di messaggi di posta elettronica o di file dati specifici, sarà necessario eseguire una approfondita ricerca, rispettivamente nel database delle mail o nelle cartelle specifiche; se, invece, i file di mail sono corrotti, è indispensabile recuperare i messaggi originali per poi provvedere all’estrazione.
In genere, i dati estratti sono grezzi, e pertanto devono essere riorganizzati in strutture dedicate, con cartelle e file che consentano di accedere ancora ai contenuti originali. Può accadere, per esempio, che il database LVM, cioè Logical Volume Management, sia corrotto: per recuperare tali configurazioni è indispensabile l’accesso a basso livello, che permette di trovare e riassemblare tutti gli elementi del volume. Se, invece, a essere corrotto è il volume datastore virtual host, i volumi vanno recuperati con tecnologie ad hoc, eventualmente tramite il ricorso a software. Ancora, la corruzione può riguardare la mappatura del virtual disk provisioning: in tal caso, una combinazione di tabelle di mappatura del server host virtuale è imprescindibile.
Senza entrare troppo nei dettagli tecnici, dunque, appare evidente che il recupero dei dati non è certo un’attività che possa essere svolta da chiunque: c’è bisogno non solo di conoscenze precise e competenze specifiche, ma anche di strumenti e software ad hoc e, soprattutto, di ambienti di lavoro organizzati in modo tale da evitare possibili contaminazioni. Si pensi, per esempio, a quanto sono minuscoli gli hard disk: non è difficile immaginare che una semplice particella di polvere o di sporco che dovesse depositarsi sulla sua superficie potrebbe danneggiarlo in modo irreparabile.
Questo esempio serve a mettere in evidenza che, se si vuole recuperare una certa quantità di dati da un hard disk, ma anche da un Cd, da un Dvd, da una scheda microSD, da una penna Usb, da un server, da un Nas o da un telefono cellulare, non ci si può improvvisare esperti in materia e, soprattutto, non ci si può cimentare in un tentativo di estrazione dei dati che di sicuro non andrebbe a buon fine: anzi, il rischio molto concreto sarebbe quello di peggiorare ulteriormente la situazione.
Non c’è soluzione migliore, quindi, che quella di rivolgersi a un centro di recupero dati hard disk, anche via Internet, chiedendo un preventivo – gratuito e senza impegno – personalizzato, così da sapere più o meno quanto si dovrà spendere per tornare in possesso di informazioni e file contenuti nel dispositivo danneggiato. Chiaramente, le tariffe cambiano in funzione del tipo di dati, del tipo di supporto, del sistema di storage e del tipo di danno o di guasto che ne causato l’impossibilità di accedere ai file.